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Esame della sensibilità al contrasto: che cos’è?

Grafico per l'esame della sensibilità al contrasto

Un test di sensibilità al contrasto misura la capacità di distinguere tra incrementi sempre più piccoli di luce e buio (contrasto).

Queste procedure sono diverse dai comuni test per la misura dell’acuità visiva effettuati durante un esame della vista di routine, in cui si valuta la capacità di riconoscere le lettere più piccole su una normale tabella ottotipica.

La sensibilità al contrasto è un indicatore molto importante della funzione visiva, soprattutto in situazioni di scarsa luminosità, nebbia o abbagliamento, quando il contrasto tra gli oggetti e lo sfondo è spesso ridotto. Guidare di notte è un esempio di attività che richiede una buona sensibilità al contrasto che ne aumenta il livello di sicurezza.

Anche se avete una acuità visiva di 10/10 (20/20 negli Stati Uniti, 6/6 nel Regno Unito), potreste comunque soffrire di particolari condizioni oculari o di salute generale che possono diminuire la sensibilità al contrasto e darvi l’impressione di non vedere bene.

Sintomi di una ridotta sensibilità al contrasto

Se avete una bassa sensibilità al contrasto, potreste riscontrare problemi nella guida notturna, tra cui la difficoltà nel vedere dei pedoni che camminano lungo strade poco illuminate. Oppure potreste notare che gli occhi si stancano più facilmente mentre leggete o guardate la televisione.

Una persona con un’acutezza visiva normale ma una scarsa sensibilità ai contrasti potrebbe vedere nitidamente gli alberi in primo piano (contrasto elevato), ma avere problemi a distinguere i contorni delle montagne contro il cielo sullo sfondo (contrasto ridotto).

Una scarsa sensibilità al contrasto può anche aumentare il rischio di caduta se non ci si accorge dello scalino quando si scende da un marciapiede su una strada di colore simile.

La bassa sensibilità al contrasto può essere sintomo di alcune patologie oculari come la cataratta, il glaucoma o la retinopatia diabetica.

Si possono verificare cambiamenti nella sensibilità al contrasto anche dopo una LASIK, una PRK e altri tipi di chirurgia refrattiva.

Ad esempio, a volte, una persona che ha effettuato la LASIK può essere in grado di raggiungere un’acuità visiva di 10/10 (6/6) dopo l’intervento, ma presentare una scarsa visione notturna. Questo accade perché l’intervento potrebbe causare una perdita di sensibilità al contrasto.

Al contrario, alcune persone raggiungono una migliore sensibilità al contrasto e una migliore visione notturna dopo la LASIK rispetto a quella che avevano con occhiali o lenti a contatto prima dell’intervento.

Nella maggior parte dei casi, le persone con cataratta notano un significativo miglioramento sia dell’acuità visiva che della sensibilità al contrasto dopo un intervento di cataratta.

Esame della sensibilità al contrasto

La valutazione della sensibilità al contrasto non è di solito compresa nell’esame di routine della vista. L’optometrista o l’ottico potrebbe eseguire l’esame a causa di una specifica difficoltà visiva che presentate o perché sospetta una condizione che riduce la capacità di distinguere il contrasto.

Le tavole di Pelli Robson per l’esecuzione dei test di sensibilità al contrasto consentono di valutare la capacità di distinguere le lettere con un contrasto gradualmente inferiore rispetto allo sfondo bianco.

Probabilmente, il test più utilizzato per misurare questa funzione della vista sono le tavole per la sensibilità al contrasto di Pelli Robson.

Come una tavola standard di Snellen per l’acuità visiva, anche la tavola di Pelli Robson è composta di righe orizzontali di lettere maiuscole. Tuttavia, ad ogni linea successiva, non è la dimensione delle lettere a ridursi ma il loro contrasto rispetto allo sfondo della tavola.

Per valutare la sensibilità al contrasto possono essere utilizzati anche altri dispositivi più sofisticati. Questi dispositivi utilizzano spesso dei reticoli ad onda sinusoidale, che consistono in una serie di barre parallele chiare e scure che si sfumano una nell’altra. Queste barre possono variare in larghezza (frequenza spaziale) e contrasto da un target all’altro, per consentire una valutazione più approfondita della sensibilità del sistema visivo alle differenze di contrasto.

Alcuni test con reticolo ad onda sinusoidale includono una fonte luminosa che può essere diretta verso gli occhi durante il test per simulare situazioni di abbagliamento come i fari contromano durante la guida notturna.

Se un professionisti della visione stabilisce che avete bisogno di un test di sensibilità al contrasto, probabilmente vi sarà somministrato dopo un test standard di acuità visiva e prima di un eventuale dilatazione pupillare.

Il test di solito viene effettuato indossando occhiali da vista o lenti a contatto, in presenza di correzione visiva.

Ai fini di valutare una patologia oculare, il test di sensibilità al contrasto di solito si effettua su ogni singolo occhio.

In caso di altre condizioni, come per la valutazione della visione negli sportivi o per valutare la visione dopo l’applicazione di lenti a contatto, dopo un intervento LASIK o di cataratta, il test potrebbe essere effettuato con entrambi gli occhi aperti.

La funzione della sensibilità al contrasto (CSF)

La funzione di sensibilità al contrasto (CSF) di un individuo può essere tracciata attraverso misurazioni dettagliate della sensibilità in funzione della dimensione (frequenza spaziale) dello stimolo.

I reticoli ad onda sinusoidale con barre più spesse esprimono basse frequenze spaziali, quelli con barre più sottili rappresentano frequenze spaziali più alte. Per questa ragione, determinare la CSF di una persona è molto simile a valutare la sensibilità del suo udito, che comporta l’utilizzo di tonalità basse e alte, nonché variazioni di volume.

La vostra funzione di sensibilità al contrasto è essenzialmente un tracciato della curva che definisce il livello di contrasto più basso che potete rilevare per ogni frequenza spaziale testata.

Generalmente, per essere rilevati dal sistema visivo umano, gli oggetti con frequenze spaziali elevate (reticoli a onda sinusoidale con barre molto sottili) devono avere un contrasto significativamente più elevato rispetto agli oggetti con frequenze spaziali più basse (reticoli con barre di media larghezza).

Cosa si può fare in caso di scarsa sensibilità al contrasto?

I risultati di un test di sensibilità al contrasto possono aiutare il professionisti della visione a determinare se avete problemi del vostro sistema ottico oculare noti come aberrazioni di alto ordine o altri problemi che potrebbero essere corretti con specifici occhiali o interventi di chirurgici oculari.

Se viene diagnosticata una bassa sensibilità al contrasto, l’ottico potrebbe consigliare l’uso di lenti correttive con un filtro giallo per migliorare la capacità di distinguere il contrasto.

Riguardo i portatori di occhiali da vista, molti affermano di vedere meglio in condizioni di scarsa illuminazione quando indossano lenti che includono un trattamento antiriflesso, rispetto a lenti con la stessa prescrizione senza trattamento.

Inoltre, gli occhiali con lenti a controllo personalizzato del fronte d’onda possono talvolta migliorare la sensibilità al contrasto e la visione notturna.

In alcuni casi, la LASIK personalizzata sul fronte d’onda può ridurre le aberrazioni di alto ordine e migliorare la sensibilità al contrasto.

Anche alcune lenti intraoculari premium (IOL) progettate con la tecnologia di controllo del fronte d’onda possono ridurre le aberrazioni di alto ordine e migliorare la sensibilità al contrasto dopo l’intervento di cataratta.

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